L’Africa vuole crescere. Il futuro è nelle sue mani.

03/02/2016
LA PEDROLLO IN TANZANIA PER CONTRIBUIRE AL FUTURO DELL’AFRICA

“L’Africa vuole crescere. E il futuro è nelle sue mani”. Questo il titolo che campeggia sulla pagina che il quotidiano Avvenire ha dedicato alla Pedrollo e al progetto nato per rafforzare lo sviluppo nei villaggi della Tanzania, grazie all’opera del missionario “Baba” Camillo Calliari e all’amicizia con Alessandra Pedrollo, amministratore delegato della nostra azienda. Un progetto che strada facendo è diventato, come scrive il quotidiano, un laboratorio di promozione umana.
Poche iniziative hanno saputo centrare il loro obiettivo come questo viaggio nel cuore della speranza, dimostrando che la Pedrollo è accanto alle iniziative benefiche, a cominciare dall’impegno (anzi, un “sogno globale”) di rendere accessibile l’acqua dove manca a di dare da bere a tutti. Una prova che la competenza industriale non può esistere senza la forza della solidarietà, perché solo così il business genera valore.
La pagina di Avvenire racconta la storia di un’idea che ha preso vita in pochi mesi, ma parla anche di un modello di sviluppo possibile. Il progetto ideato e realizzato da Alessandra Pedrollo con la collaborazione dei figli dei dipendenti dell’azienda raccoglie l’amore e la saggezza di “Baba” Camillo. “Le possibilità in Africa ci sono e sono immense – ha detto –. Il mio obiettivo è educare queste persone: ma io non insegno a loro, io vivo con loro». Un atto d’amore, quello del missionario italiano che da 46 anni si dedica al benessere e allo sviluppo della Tanzania.
Alessandra Pedrollo, che ha portato a Kipengere un sorriso e un contributo di solidarietà, non ha nascosto la sua partecipazione. “Gli sguardi dei piccoli sono finestre su un mondo a noi sconosciuto, e risvegliano in me rispetto ed emozioni forti e dolcissime”. Il progetto «Un ponte di giochi» ha unito idealmente la Pedrollo, da sempre attenta alla responsabilità sociale, a Kipengere attraverso la forza e la leggerezza dei bambini: quelli italiani, che hanno costruito con le loro mani e inviato un container di giocattoli e strumenti per la scuola, e quelli della Tanzania, che possono immaginare e realizzare un futuro di speranza.



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